Sarà stata l'età ( è il primo e quindi il più longevo dei personaggi creati da Walt Disney: più di 60 anni sulle scene), sarà stata la serietà con cui prendeva il suo lavoro di eroe dei fumetti, gli era rimasta addosso una pellicola di antipatia: sempre vincente, sempre serioso, sempre così superiore a Pippo.... insomma, non se ne poteva più, dicevano in molti.
Quasi quasi sarebbe stato meglio inventarne un altro e lasciare il vecchio Topolino ai suoi casi polizieschi triti e ritriti, sempre risolti con la stessa supponenza di primo della classe.
Invece per me non era così.
Per me, e per Massimo De Vita che poi ha disegnato le mie più belle storie di Topolino, lui era un personaggio ancora straordinario, sempre giovane e attuale, sempre ingenuo e vitale, assolutamente paritario con l'inseparabile amico Pippo e, soprattutto, sempre pronto a lanciarsi con entusiasmo in vere avventure con la "A" maiuscola, vissute ovunque nel tempo e nello spazio.
E Pippo?
Anche chiuderlo all'interno della sua "ingenuità" non è corretto, perchè Pippo è tutt'altro che un tontolone. Se fosse sciocco non potrebbe essere il "vero amico" su cui Topolino può sempre contare e, soprattutto, non potrebbe partecipare a tutte le avventure di Topolino che non sono certo cose da pappemolli.
Ecco quindi che mi è piaciuto sviluppare la figura e il ruolo di Pippo ... creandone molti come lui.
Nelle serie della Storia dell'America, per prima, e poi nelle storie di Top De Tops, molti Pippo diversi di volta in volta si sono affiancati al Topolino di turno, portando il loro contributo di simpatia, amicizia, imprevedibilità e comicità.
In questo modo lo stesso Topolino si è arricchito e ciò ha reso possibile un tipo di storie che magari non avrei potuto scrivere.
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